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21 mar 2014

Ecco cosa succede quando non si conoscono DISLESSIA e DSA

I DSA esistono e sono proprio le diagnosi specialistiche ad indicare che non sono causa di ritardo cognitivo (in caso sarebbe altro), non sono causa di cattivo insegnamento (anche se un buon insegnante gioca un ruolo fondamentale), non sono causati dai genitori che non seguno il proprio figlio (anzi, molto spesso si studia tutto il pomeriggio senza terminare i compiti), e soprattutto: "akulona ingane nge dyslexia ongafuni kodwa bengayi",
come voi non potete leggere questa frase anche se vorreste farlo, il bambino con dislessia non è che non "vuole" ma non riesce in alcune attività in modo "tipico" (ma può farle diversamente, ne abbiamo parlato qui), appunto perchè ha un DSA.

Ma che cosa accade quando non si conosce cosa siano "tecnicamente & semplicemente" la Dislessia e i DSA?





- "I DSA sono una moda, una nuova invenzione" -

 Che molti centri ed operatori si siano buttati nella diagnosi e intervento, o a fare convegni e formazione sui DSA in pochissimo tempo e con solo qualche minimo titolo, questo è risaputo e non hanno nulla a che fare con gli Esperti qualificati. 

Il problema è forse accettare che adesso i DSA non sono più invisibili, e tra lo sforzo di studiare, aggiornarsi e mettersi al "lavoro" è di certo molto più semplice una convizione del tipo "ma tanto non esistono" senza nessuna argomentazione scientifica seria.
Al contrario, invece, una raccolta di circa 255 voci bibliografiche scientifiche internazionali che i DSA esistono (eccome!) la trovate (qui). ed è solo una goccia nell'oceano della neuropsicologia dei Learning Disabilities.

Al di la delle etichette diagnostiche, se un bambino ha difficoltà a scuola e:
(1) ha avuto indici di sviluppo atipico (tipo di parto, linguaggio, motorio, errori tipici);
(2) gli valuti il QI ed è intelligente;
(3) nella vita quotidiana ed in altre abilità va bene;
(4) la sua famiglia lo sostiene in tutto;
(5), e non ha problemi visivi o psicopatologici; 
ma...
(6) (dipende dal DSA) legge, scrive o calcola notevolemente più lentamente o con molti più errori rispetto agli altri (- 2 Ds in diverse prove standarizzate);
(7) nonostante le riperizioni degli esercizi durino mesi e mesi lui non migliora;
(8) questo crea un disagio significativo tanto che sia la scuola che i genitori chiedono aiuto;

La domanda è: come lo aiutiamo?
La vera invenzione utile sarebbe il modo di aiutare i ragazzi che fanno fatica in modo reale ed ottenendo dei risultati senza massacrargli l'autostima o la voglia di studiare.

Nota. i numeri dall' 1 al 8 indicano i principali, ma non unici, criteri diagnostici per DSA.
Disturbo (1) Specifico (3-5) Apprendimento (6-8).




- "Serve l'insegnante di sostegno!" -

 Oltre non essere previsto per legge, per i DSA non è necessario l'insegnante di sostegno perchè, grazie alla loro intelligenza ed all'uso degli strumenti compensativi possono fare come e meglio degli altri. Molto spesso chi afferma questa frase non sa come intervenire, o non conosce la normativa, oppure associa i DSA per ritardo mentale (i DSA non centrano nulla con il ritardo cognitivo), oppure ancora tutte e tre le cose.



- "Noi attuiamo già tutti gli strumenti dispensativi e compensativi..." -


 ... si ma i risultati non si vedono.
Forse perchè:

a) Non basta attuarli "tutti", piuttosto serve attivare i giusti strumenti dispensativi e compensativi, dunque che siano mirati e adattati caso per caso.

b) Il PDP non è un elenco spuntato di cose da non fare e cose da far fare. Ma è bene che il PDP venga costruito dai docenti sui termini dei docenti stessi. (qui un esempio di PDP in 5 passi).

c) Non conta la velocità e la prestazione: la cosa importante è l'apprendimento.
Ovvvero chiedersi: come posso fare per fargli "apprendere" quel concetto che non riesce a leggere, a scrivere o a calcolare autonomamente?" 
La risposta a questa domanda è il miglior intervento possibile.


- "Quando vuole le cose le sa fare..." -

Infatti nessuno ha mai messo in dubbio la sua intelligenza, le sue altre abilità, la sua voglia di fare e, soprattutto, la sua motivazione. Questa è carente dove vi è la difficoltà. Appare cosa utile spingere i ragazzini nelle loro passioni, anche se come risultato non vi è incluso il voto scolastico.



-  "Io l'aiuto ma è lui che proprio non capisce" -

Non si vuole un "aiuto", ma comprendere che DSA vuol dire anche modificare il modo di insegnare per un diverso modo di apprendere. Qualche strategie la puoi trovare qui.



-"Anche se si è impegnato, non riesce a fare bene i compiti"-

Molto spesso è una giustificazione a voti molto bassi. Al di la del fatto che l'unica cosa che può giustificare un voto basso, non sarà mai il "non riesce", ma il "non ha voluto farlo".
Dunque mettere un voto per la prestazione la riteniamo una cosa da fredda selezione del personale. L'impegno è il primo fattore da gartificare in tutte le maniere, anche con un voto,c he oggi ha un forte valore sociale (purtroppo).




- "Io ho fatto molti corsi sui DSA" -

Tra tutte le affermazioni questa è la più pericolosa.
La strategia di affermare i propri titoli, magari non richiesti, per risolvere un problema, non è delle migliori. Sugli argomenti spiegati nei vari corsi sui DSA ne ho viste di tutti i colori: test diagnosti che vengono consegnati agli insegnanti e come streening, materiali su materiali con bibliografia del 1995 in giù, etc. Presto gli dedicheremo un post articolato.
La cosa migliore credo che sia sempre concentrarsi su: come risolviamo la fatica del ragazzo?


Diamo merito alla scuola 

Che non passi mai l'idea che la scuola sia questa appena elencata. La scuola è un luogo composto da moltissimi docenti compententi, aggiornati e che fanno benissimo il loro lavoro, ai quali dedichiamo questo post:  Insegnante invisibile (qui)
Sicuramente, come in tutte le professioni, sottolineare ciò che non funziona, a nostro avviso, come indice di miglioramento.



 Come risolvere il problema?

Serve diffondere conoscenze tecniche ma caraterizzate da semplità sui DSA.



Libro Dislessia e altri DSA a scuola - Link



Quando il problema è risolto?

La risposta è facile: quando un intervento, un PDP o un aiuto migliora l'apprendimento e la qualità di vita scolastica di quel bambino. Sino ad allora serve solo lavoro specialistico e senza mai lasciare la presa.




Per concludere
La dislessia, come la disortografia, disgrafia e discalculia, sono dei Disturbi Specifici di Apprendimento riconsciuti dalla comunitò scientifica.
Se comprensi in maniera chiara e semplice, allora a scuola con adattamenti didattici mirati può dispensarli da attività faticosissime o impossibili da eseguire e compensare in modo alternativo. Ciò con l'unico obiettivo di migliorare l'apprendimento del bambino partendo dalle sue proprie caratteristiche di apprendimento specifico.


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