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24 giu 2014

Dislessia tra miti e realtà





Come dovrebbe essere: e come alle volte accade… 

La scuola identifica delle “difficoltà di apprendimento” e le segnala alla famiglia; il bambino è valutato secondo la Consensus Conference sui DSA e viene stilata una diagnosi completa sia di profilo funzionale che di piano di aiuto per casa, scuola ed operatore; Si presenta la diagnosi a scuola e si stila il PDP con pochi ma efficaci strumenti dispensativi/compensativi;  Si applica il PDP a scuola.



Come si vive nella realtà: anche se vi sono delle situazioni di eccellenza, ma troppo spesso accade ancora che…

La scuola dice “è semplicemente svogliato; basta che si applichi di più, ah ora sono tutti DSA?”; la famiglia fa comunque una valutazione, ma arriva dopo più di 8 mesi: si perde l’anno. La relazione è una semplice dicitura con “Disturbo Specifico di Apprendimento”, la scuola non sa che cosa deve fare; La famiglia va da uno specialista che utilizza la Consensus Conference per i DSA, ma la scuola vuole quella dell’ente pubblico (senza conoscere la normativa che prevede l’ausilio per i DSA anche con diagnosi di privati in attesa di conferma); passano altre settimane affinché si applichi la normativa. La frustrazione a scuola aumenta, il pomeriggio per fare i compiti a casa è una tragedia. Il PDP non arriva, quando arriva non viene totalmente applicato. Il bambino a fine anno (se) viene promosso, ma ciò al durissimo costo di essere emotivamente e fisicamente “stremato” e con lui i suoi genitori.


Qual è la tua esperienza?