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Fonte: Consensus Conference DSA, Istituto Superiore di Sanità di Sanità, 2011
Premessa
Ai
fini della diagnosi di DSA si assumono i criteri diagnostici ICD-10,
modificatiin alcune loro parti come viene definito nelle raccomandazioni
in risposta ai quesitiA1 e A2 sotto riportate. Ove non sono state
segnalate modifiche, i criteri ICD-10 sono adottati integralmente. Si
precisa in particolare che rimane immodificato ilcriterio di esclusione
del ritardo mentale (quoziente intellettivo, QI, inferiore a 70,valutato
con un test standardizzato somministrato individualmente).
A1.1
Si raccomanda, ai fini della diagnosi di DSA, di considerare con
maggiore flessibilitàil criterio della discrepanza rispetto al QI.
A1.2
Si raccomanda, ai fini della diagnosi di DSA nelle condizioni di
maggiore complessitàintellettiva, per esempio con risultati di QI
borderline (QI compreso tra 70 e 85),di utilizzare per l’esame del
livello intellettivo strumenti di misura multicomponenziali,poiché il
profilo cognitivo generale è più informativo del semplice livello di
QIper la formulazione della diagnosi.
A1.3 Si raccomanda,
ai fini della diagnosi di DSA, di enfatizzare la discrepanza delle
prestazionirispetto alle prestazioni attese per il livello di scolarità
del soggetto.
• Criterio della discrepanza•
Secondo
l’ICD-10 (International statistical classification of diseases and
related health problems,classificazione internazionale delle malattie
pubblicata dall’Organizzazione mondiale dellasanità)1 è richiesto che il
livello delle prestazioni nelle prove di lettura, scrittura o calcolo
sia significativamente inferiore a quello atteso in base alla scolarità e
al livello intellettivo.Nella pratica tale criterio è stato applicato
secondo due approcci, di seguito riportati, il secondodei quali più
frequentemente adottato nei paesi europei:! calcolare valori standard
sia per il livello intellettivo sia per le prestazioni scolastichee
richiedere che la differenza tra i due valori rispetti un cut-off che di
solito èposto a 1 o 2 deviazioni standard o errori standard! porre dei
cut-off sia per il livello prestazionale (solitamente posto a un massimo
di–1, –1,5 o –2 deviazioni standard, oppure al 10° o 5° percentile
rispetto alle medieper età o scolarità) sia per il livello intellettivo
(solitamente posto a un minimo di85 punti di QI).La prima soluzione
permette la fluttuazione dei livelli prestazionali verso l’alto e verso
ilbasso, cioè permette la diagnosi di DSA anche nei casi in cui il
livello prestazionale nonsia al di sotto dei livelli medi per l’età, nel
caso il QI sia particolarmente alto; viceversa,permette di
diagnosticare un DSA anche con livelli di QI più bassi di 85, nel caso i
punteggiottenuti alle prove sulle abilità scolastiche rispettino la
discrepanza con il QI. Questasoluzione si basa sull’assunto che il
livello di abilità scolastica sia prevedibile a partire dallivello
intellettivo.La seconda soluzione non richiede di riferirsi a una ben
determinata relazione tra livellointellettivo e livello delle abilità
scolastiche. Tuttavia, il fatto di escludere dalla diagnosisoggetti con
QI inferiori a 85, anche in presenza di livelli prestazionali molto
bassi, sottintendeil presupposto che le basse prestazioni in quei casi
siano di natura diversa rispettoa quanto avviene per soggetti con QI
pienamente nella norma (essendo i casi di ritardomentale comunque
esclusi dalla categoria diagnostica in quanto appartenenti ad
altracategoria, il problema si pone per i soggetti con QI compreso tra
70 e 85, la cosiddettafascia borderline). Dunque, pur se in modo meno
esplicito, anche questa posizione si ispiraall’assunto che un livello
intellettivo basso è di per sé giustificazione di prestazioni inlettura,
scrittura e calcolo al di sotto della norma. In base a questo
principio, sembrerebbequindi lecito differenziare due tipologie di
“lettori lenti”: quelli con una significativadiscrepanza rispetto al
livello intellettivo e quelli con prestazioni non discrepantirispetto al
QI.Tuttavia l’uso di tale criterio appare discutibile sulla base delle
prove di letteratura prodottenegli ultimi 20 anni, riportate
sinteticamente di seguito per singolo disturbo. Per una trattazionepiù
estesa si rimanda al documento di analisi delle prove di letteratura
disponibileall’indirizzo http://www.snlg-iss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf.Si
segnala infine che i nuovi orientamenti diagnostici, contenuti nelle
proposte di revisionedel DSM-IV (per la stesura del DSM-V), sembrano
ridimensionare il ruolo da attribuire al quozienteintellettivo e
prevedono di modificare sostanzialmente il criterio A per la diagnosi
deidisturbi specifici dell’apprendimento.
• Dislessia •
Dagli
studi condotti su lingue sia opache sia trasparenti emerge in modo
concorde che nonci sono differenze sostanziali tra bambini con
difficoltà di lettura discrepanti e non discrepantiper QI comunque nella
norma, né rispetto al profilo cognitivo (salvo alcune ovvie
differenzenelle prestazioni intellettive), né rispetto alla risposta al
trattamento2-7. Differenziarei dislessici sulla base del loro QI ha
pertanto una scarsa validità empirica, dal momentoche nel confronto tra
gruppi di soggetti con DSA distinti per essere discrepanti e non
discrepantinon emergono differenze significative. Inoltre il profilo
cognitivo generale è risultatopiù informativo del semplice livello di QI
per la formulazione della diagnosi.L’utilizzo del QI nell’applicazione
del criterio della discrepanza produce incertezza diagnosticaa causa
delle problematiche legate alle proprietà psicometriche (attendibilità,
stabilità)delle variabili misurate e alla metodologia della misurazione
del test intellettivo utilizzato.Pertanto le diagnosi di dislessia
effettuate con il criterio di discrepanza rispetto al QIappaiono meno
attendibili e meno stabili nel tempo8-13. Per una trattazione più estesa
sirimanda al documento di analisi delle prove di letteratura
disponibile all’indirizzohttp://www.snlg-iss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf.
• Disortografia •
Non
sono disponibili studi che indaghino la validità del criterio della
discrepanza nella diagnosidi disortografia, attraverso il confronto
delle problematiche disortografiche in soggetticon diverso livello
intellettivo14-16. Pertanto si assumono anche per la disortografia le
provescientifiche prodotte per la dislessia (vedi paragrafo precedente).
Per una trattazione piùestesa si rimanda al documento di analisi delle
prove di letteratura disponibile all’indirizzohttp://www.snlg-iss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf.
• Discalculia •
Gli
studi a disposizione confermano la scarsa validità del criterio della
discrepanza, per cui,come già discusso per la dislessia (alla cui
trattazione si rimanda), non ci sono differenzesostanziali tra bambini
con difficoltà di calcolo discrepanti e non discrepanti per QI e le
diagnosieffettuate con il criterio di discrepanza appaiono meno
attendibili e meno stabili neltempo per problematiche legate alla natura
e al tipo di test intellettivo utilizzato.Nello specifico gli studi
condotti sulla discalculia evidenziano che le difficoltà matematichenon
sono semplicemente funzione di un basso livello cognitivo, perciò è
ancora più utile ricorrereal criterio basato sul cut-off
prestazionale17-19.Le prove di letteratura convergono nel suggerire
l’utilizzo, oltre che di criteri legati ai livelliprestazionali, di
criteri basati sul tipo specifico di difficoltà, con la maggioranza
degli autoriconcordi nel proporre come cruciali i fatti numerici o il
processamento numerico19-21.Infine la caratteristica della persistenza
del disturbo è unanimemente considerata essenzialee gli autori degli
studi finora condotti invitano a individuare i criteri maggiormente
idonei. Disturbi specifici dell’apprendimentoa evidenziarla17,20,22-24.
Per questo motivo si propone la raccomandazione per la ricerca.In
sintesi, dunque, per la discalculia l’analisi dei profili prestazionali e
del loro andamentonel tempo è più informativa della discrepanza
rispetto al QI. Per una trattazione più estesasi rimanda al documento di
analisi delle prove di letteratura disponibile all’indirizzo http://www.snlg-iss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf.A1.4
Si raccomanda, ai fini della diagnosi di DSA, di ricorrere per le
funzioni scolasticheesaminate ai criteri di cut-off suggeriti dal
manuale diagnostico ICD-10, ove nondiversamente specificato, non essendo
disponibili indicazioni sull’uso dei cut-off prodottedalla ricerca
scientifica.
Fonte: Consensus Conference DSA, Istituto Superiore di Sanità di Sanità, 2011
Per approfondire: Vio, Tressoldi, Lo Presti, 2012, Diagnosi dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento Scolastico, Erickson (link)