Buongiorno, siete tantissimi i genitori che ogni giorno leggete questo blog, e oltre i DSA vi sono anche le normali problematiche legate alla crescita ed adolescenza. Per questo motivo oggi vogliamo ospitare la collega, Dott.ssa Ada Moscarela, per parlarci di un tema che ci sta molto a cuore: la salute dei nostri ragazzi in un momento molto particoalre come quello dell'adolescenza. Buona lettura.
TUO FIGLIO BEVE?
ATTENZIONE AI CAMPANELLI D'ALLARME
ATTENZIONE AI CAMPANELLI D'ALLARME
La cultura mediterranea
non è particolarmente severa sull'uso di alcolici: il vino sta sulle nostre
tavole a pranzo e a cena, brindiamo allegramente alle feste e in fondo nessuno di
noi sente di vivere in mezzo a degli alcolizzati. Scorpiamone di più.
Eppure l'alcol fa male: danneggia fegato e cervello soprattutto, e l'alcolismo è tra le dipendenze più diffuse e più ostiche da trattare. E ormai colpisce una fascia d'età sempre più giovane. Scopriamone di più.
Le statistiche più
recenti registrano una costante diminuzione dell'età della prima sbronza: 12
anni. Praticamente dei bambini, che ci
costringono a domande inquietanti su come fanno a procurarsi l'alcol a
quell'età o, soprattutto, quali sono i campanelli d'allarme che un genitore
deve individuare per capire se suo figlio sta facendo uso di sostanze
alcoliche.
Innanzitutto bisogna fare
attenzione ai rientri a casa, soprattutto dopo le uscite serali: bocca
impastata, scarsa coordinazione, confusione, occhi arrossati possono essere
segnali di un utilizzo di alcol eccessivo se non di franca ubriachezza.
Se il sospetto poi è
quello di un abuso di alcol o di altre sostanze, è necessario affrontare la
situazione il prima possibile, non solo perché l'alcol danneggia gravemente
l'organismo dei più giovani, ma soprattutto per prevenire la dipendenza.
Se nel tempo compaiono
tosse persistente, alterazioni nel ciclo sonno/veglia, difficoltà di
concentrazione e vuoti di memoria, aggressività, impulsività, alterazioni del
tono dell'umore e calo del rendimento scolastico, è assolutamente necessario
affrontare quanto prima il problema.
A questo punto è
necessario comprendere che non è solo importante che il genitore individui la
difficoltà il prima possibile, ma che sia disposto a mettersi in gioco insieme
a suo figlio.
Che si tratti, infatti,
di ribellione, di timidezza, di desiderio di appartenenza o conformismo, di
mancanza di consapevolezza, di difficoltà nel gestire l'ansia o le proprie
emozioni, se un fanciullo, poco più che bambino, sceglie l'ubriachezza è
prioritario che sia tutta la famiglia a sentirsi parte del problema e a cercare
soluzioni. Rivolgersi ad un terapeuta familiare non significa trovare colpevoli
o scovare capri espiatori, significa innanzitutto tutelare la salute dei nostri
figli e della nostra famiglia, significa trovare strategie educative e
relazionali più sane, significa capire come affrontare le crisi e la vita in
modo efficace e persino soddisfacente.
In questo articolo
ti spiego le principali dinamiche psicologiche che sottendono la dipendenza da
alcol: è da molti anni, infatti, che lavoro con alcolisti pluridecennali,
persone che a volte hanno iniziato a bere persino prima che io
nascessi...persone di cui l'ubriachezza adolescenziale è stata sottovalutata,
bollata come "bravata" o "ribellione", come "fase di
crescita". A 45 anni, poi, quegli adolescenti sono nel mio studio e nei
reparti di disintossicazione con le vite totalmente assorbite dalla bottiglia,
soldi sperperati, matrimoni rovinati, qualcuno pure con problemi legali.
Tutto questo può essere
evitato.
Se riconosci in tuo
figlio i comportamenti di cui ho scritto in questo articolo, NON ESITARE,
contatta un terapeuta!
Ada Moscarella, psicologa, psicoterapeuta a Caserta e Napoli. Le mie principali esperienze riguardano
contesti a rischio, di marginalità, con pazienti spesso affetti da patologie
psichiche e/o fisiche pressoché croniche. Ho lavorato spesso con pazienti
definiti "senza
speranza", affetti da HIV, alcolisti gravi, psicotici...
Insieme a ciascuno di loro ho intrapreso viaggi faticosi, dove la voglia di
tornare indietro era costante, dove si è inciampati in rovinose ricadute;
viaggi dove, però, abbiamo fatto pure scoperte inaspettate, dove abbiamo
trovato potenzialità
inespresse, dove alla fine ogni volta abbiamo potuto assaporare
una soddisfazione intensa: quella di trovare
la forza laddove prima si vedeva solo la debolezza e la vulnerabilità.
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Castellammare di Stabia (Napoli) - Via De Gasperi n.106
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