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4 nov 2014

La Dislessia esiste e non è una malattia. Risposta a chi dice "no".



Ogni giorno, molte famiglie non usano subito i termini “dislessia” o “statistica” ma semplicemente “mio figlio è un bambino molto sveglio! Ma non riesce ad imparare a leggere e scrivere”. Sono molti gli "scettici" nel campo dei DSA, e qui ho raccolto molti dei loro dubbi, rispondendo punto per punto.


- (Cit. originale) “Se la causa di questi disturbi è biologica, perché per individuarla non vengono utilizzati esami strumentali ( radiografia, risonanza magnetica ecc.) come la natura del disturbo richiederebbe?”
AFFERMAZIONE FALSA
Precisiamo che la causa dei DSA è Neurobiologica, e si definiscono “specifici” in quanto si manifestano con cadute specifiche negli apprendimenti di base. Gli esami strumentali, come quelli citati, non sono ritenuti idonei per una diagnosi accurata di Dislessia, però, senza entrare nel particolare, facciamo un esempio: funzionamento cognitivo generale (intelligenza), modulo neuropsicologico specifico (memoria/amnesia), miopia (disturbo della vista – ametropia): tutte e tre fanno riferimento a funzioni Biologiche del Sistema Nervoso Centrale, solo che per l’intelligenza usiamo scale d’intelligenza, in cui abbiamo una media suddivisa per età; per la memoria usiamo test e prove “carta e matita” che variano per abilità e modulo specifico (memoria a breve e lungo termine; visuo-spaziale, etc). Per misurare le diottre in caso di miopia usiamo la tavola oculistica così da poter sapere il grado per la relativa correzione con lenti (occhiali).
Come in tutto ciò, anche nei DSA non usiamo gli strumenti di laboratorio (radiografia, RM, etc), ma dei test molto più accurati sul piano “funzionale”, ovvero che ci rispondono alla domanda: “che velocità/errori ci possiamo aspettare in (esempio) III elementare?”.
Cito in tal senso dall’Istituto Superiore di Sanità sui DSA (quesito A 3.3 pag 28):
“Nell’ambito della ricerca scientifica e nell’ambito clinico dei test diagnostici disponibili in lingua italiana si ritrovano tipologie molto diverse di prove di lettura, raggruppabili nelle seguenti categorie: lettura di parole, di non-parole, di frasi, di brani. Numerose prove scientifiche confermano che la lettura di parole e di non-parole è molto correlata al disturbo e presenta attendibilità e predittività migliori” (Consensus Conference sui DSA; Istituto Superiore di Sanità Per una trattazione più estesa si rimanda al documento di analisi delle prove di letteratura disponibile all’indirizzo http://www.snlg-iss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf )
L’Affermazione dunque è errata in quanto anche in molte altre problematiche non è possibile rintracciarne la criticità attraverso test laboratoriali complessi.
Aanzi, nel caso della dislessia, dobbiamo proprio osservare il “come si manifesta”. Ovvero nella lentezza della lettura e con un numero significativo di errori rispetto a tutti i compagni.

- (Cit. originale) “Perché viene utilizzato uno strumento statistico basato sugli scostamenti dalla media, inadeguato a rilevare la fonte del problema?”
AFFERMAZIONE FALSA.
Perché sarebbero gli scostamenti dalla media inadeguati? Il commento continua provando a spiegare:
- (Cit. originale) “La statistica misura l'andamento di un fenomeno, dice semplicemente che, ad esempio, in una prova di dettato fatta su 100 alunni, 70 fanno 10 errori di ortografia, 5 ne fanno 6 e 25 ne fanno 20 . Una prova di scrittura nella quale l'alunno ha fatto 18 errori, indica soltanto che la sua prestazione è inferiore a quella della media dei suoi coetanei, non evidenzia CHE E' AFFETTO DA UNA PATOLOGIA CEREBRALE, NON MISURA L'ASSENZA DI "CELLULE DEPUTATE ALLA LETTURA" .”
AFFERMAZIONE SENZA FONDAMENTO
a) La Dislessia NON è una malattia! Dunque nessuno ne è “affetto”.
Cito Cooper “Io non ho la dislessia. Io sono dislessico, se non fossi dislessico, non sarei io”.
b) La dislessia NON è una Patologia Cerebrale! E qui abbiamo quintali di articoli scientifici da dover leggere in merito.
c) (Cit. originale) “Assenza di cellule deputate alla lettura”
ERRATO.  NON si tratta di “cellule deputate” (che poi sarebbero neuroni) ma di “disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule neuronali deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato. La differenza tra “Assenza” e “Disfunzione” è abnorme.
d) (Cit. originale) “ in una prova di dettato fatta su 100 alunni, 70 fanno 10 errori..25 ne fanno 20...”
ESEMPIO SENZA FONDAMENTO, dato che, se un test è fatto bene (vedi Attendibilità, Validità e Taratura) allora più errori si fanno e meno bambini abbiamo che fanno tanti errori.
e) (Cit. originale) “indica soltanto che la sua prestazione è inferiore a quella della media dei suoi coetanei, non evidenzia (dislessia) (ndr) ”
AFFERMAZIONE CORRETTA, infatti i test fatti da noi specialisti non sono “categoriali” come le Prove INVALSI, o come i voti scolastici, in cui o sei bravo o non lo sei. Noi specialisti, ogni punteggio, lo leggiamo alla luce della storia di quel ragazzino. La mia esperienza a scuola mi porta a suggerire che, è vero, che gli insegnanti (non a causa loro!) purtroppo non hanno in classe solo il bambino con dislessia, ma molti altri casi problematici, e che dunque, non posso seguire tutti bene. E’ verissimo, infatti, nel nostro lavoro specialistico ci dedichiamo anche dei mesi per un solo e singolo bambino.
- (Cit. originale) “Quanta validità scientifica possono avere diagnosi fatte in questo modo?”
ALTA VALIDITA’ Se però queste diagnosi sono effettuate, da uno Specialista (e non da un insegnante che non è deputato a fare diagnosi, ma a collaborare serenamente).
(Cit. originale) “Cosa pensereste dello specialista che vi dicesse che vostro figlio di 7 anni (perché è questa l'età a cui gli scolari vengono sottoposti a test) è affetto da una malattia biologica alle ossa di origine genetica, senza avergli mai fatto fare una radiografia, solo perché è lento nel correre, ha fatto cadere molti ostacoli nella corsa ad ostacoli, non cammina come la media dei ragazzi della sua età e le sue prestazioni si discostano dalle prestazioni medie dei suoi coetanei ?”
FRASE CON ERRORE DIAGNOSTICO
a) L’età per la diagnosi non è “7 anni” ma la fine della seconda elementare per la dislessia/disortografia e la fine della terza elementare per la discalculia.
b) Se un mio utente (come se fosse mio figlio) (Cit. originale) “è lento nel correre, ha fatto cadere molti ostacoli nella corsa ad ostacoli, non cammina come la media dei ragazzi della sua età e le sue prestazioni si discostano dalle prestazioni medie dei suoi coetanei” allora approfondirei la situazione, e sperando non sia nulla, ma potrebbe essere anche altro (da problemi alle ossa, a metabolismo, a rallentamento psicomotorio, etc).
In conclusione, la logica “Causa=Effetto” “test positivo=disturbo”non è così diretta nei DSA.
(Cit. originale) “Non solo, ma vi dicesse anche che, data la natura della patologia, dovete compensare questo disturbo facendolo camminare con le stampelle, non deve più saltare, fare esercizi, perché, oltre a non servire a niente, lo affatica e può causargli delle frustrazioni ?
(Cit. originale) - Quale destino avrebbe vostro figlio? Non ve lo ritrovereste forse dopo qualche anno depresso e complessato in una sedia a rotelle?”
(Cit. originale) – Etc..
Qui, ci scuserete, ma evitiamo di commentare, vista la chiara provocazione, perché non tutti possiamo essere veloci e bravi, ed, evidentemente, chi ha scritto ciò non tollera che esiste anche chi ha bisogno di più tempo per fare le cose. Anzi sembra più vicino ad una logica di “competizione” perché, se una persona ha la gamba rotta, deve correre per forza? In questa società o “corri e vinci” o non sei nessuno?
Al di la di questo, parlando con i “dubbiosi” inviterei loro di lasciare perdere se si chiama “Dislessia” o “DSA” ma di domandarsi “questo ragazzino, è oggettivamente lento nella lettura?” se la risposta è “si” allora iniziamo a smettere di dire “sono troppi/sono pochi” ma inizia a pensare a che cosa possiamo fare per aiutare un ragazzino che legge più lento degli altri dichiarandosi spesso incapace.

Tutto l’articolo citato è dunque senza fondamento chiaro e/o preciso, perché la statistica non ci serve per dire “è dislessico/ non è dislessico” ma per testare delle abilità di lettura/scrittura/calcolo da leggere nel quadro generale e di sviluppo di quel singolo bambino, e NON basta una semplice prova o test.
Infatti i criteri diagnostici generali, indicano (in generale):
a) Intelligenza nella norma
b) Nessun deficit sensoriale (esempio vista)
c) Nessuna psicopatologia grave
d) Nessuno svantaggio socio/culturale

e) Indici positivi riscontrati in anamnesi (ritardo del linguaggio, oppure difficoltà da sepre ma solo in lettura/scrittura, etc)
f) Difficoltà nell’automatizzazione (come la velocità e correttezza nelle prestazioni)
g) Resistenza agli interventi (nonostante vi siano effettuati attività di recupero e di potenziamento permangono forti difficoltà).
h) Caduta statistica in due o più prove.
L’Insegnante nell’articolo crede che per fare diagnosi di DSA basti solo il criterio H (a metà), mentre non conosce tutti gli altri criteri clinici appena citati.
Questo è il motivo per cui, ad inizio articolo, condividiamo appieno la frase d’esordio: “Campagna mediatica sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento”, infatti non c’è termine più corretto!
Perché, il primo problema che hanno i bambini con dislessia, è proprio la non conoscenza, da parte della società della loro stessa difficoltà!
“Non ci sono motivi filosofici, scientifici o morali affinché la scuola diventi un luogo di sofferenza (sia per alunni che insegnanti) ” Vayer, 1965

Un cordiale saluto e Buona Fortuna a Tutti.
Gianluca Lo Presti